Union Is Strength

19.05.2022

Il concorso Créatrices d’avenir dà alle donne la voglia di diventare imprenditrici

Ogni anno, il concorso premia sei creatrici d'impresa francesi, con l'obiettivo di valorizzare l'imprenditorialità femminile e raggiungere la parità in un ambiente da tempo riservato agli uomini.

Joséphine Boone (FR) / Giulia Napolitano (IT) - Tradotto da Anna Bissanti, Voxeurop

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Graziella Laurenty, proprietaria del Magasin général du vélo ad Aubervilliers, è stata premiata nella categoria coraggio nel 2021
Graziella Laurenty, proprietaria del Magasin général du vélo ad Aubervilliers, è stata premiata nella categoria “coraggio” nel 2021. | Joséphine Boone

Epinay-sur-Orge, Aubervillers, Aulnay-sous-Bois, Paris (Francia)

Sotto il cielo grigio, in un prato verdeggiante, spicca una casetta in legno, simile a un isolotto. Questa “piccola casa*” è di appena 18 metri quadrati, eppure racchiude tutto ciò di cui ha bisogno una persona: cucina, bagno, letto e vani portaoggetti. Più importante ancora è il fatto che l’esterno è realizzato in legno ecologico, all’interno ha un isolamento interamente riciclato e consuma poca energia.

Ma Petite maison verte realizza piccole case di legno dotate di isolamento riciclato. Con una superficie di 18 metri quadrati, all’interno hanno tutto ciò che serve a una persona
Ma Petite maison verte realizza “piccole case” di legno dotate di isolamento riciclato. Con una superficie di 18 metri quadrati, all’interno hanno tutto ciò che serve a una persona. | Joséphine Boone

Ma Petite Maison Verte realizza queste abitazioni per venderle ai privati o alle aziende in tutta la Francia ed è stata fondata un giorno del settembre 2019. Il progetto è stato avviato da Anna-Ketsia Plesel, 28 anni, imprenditrice nel settore edilizio e vincitrice del concorso “Créatrices d’avenir” nel 2020. “Avevo sentito parlare del concetto di ‘piccole case’ negli Stati Uniti e mi sono chiesta: ‘Perché non lanciarle anche in Francia?’” spiega la giovane donna che, con il suo socio Benjamin Bajal, ha deciso di avviare l’azienda a Epinay-sur-Orge (Essonne).

L’imprenditrice ha vinto il premio nella categoria “azienda responsabile”. “E stata un’avventura molto gratificante. Abbiamo ricevuto assistenza, ma guadagnato anche maggiore credibilità. Questo mi ha permesso di lanciare l’azienda sul serio”, si rallegra Anna-Ketsia Plesel.

Anna-Ketsia Plesel e il suo socio Benjamin Bajal, nel locale di produzione di Ma Petite maison verte a Epinay-sur-Orge. La giovane nel 2020 è stata insignita del premio impresa responsabile
Anna-Ketsia Plesel e il suo socio Benjamin Bajal, nel locale di produzione di Ma Petite maison verte a Epinay-sur-Orge. La giovane nel 2020 è stata insignita del premio “impresa responsabile”. | Joséphine Boone

Grazie al concorso, Ma Petite Maison Verte ha vinto 7500 euro che, racconta, sono serviti “a finanziare una cabina insonorizzata per dare inizio alle costruzioni”. Oggi la giovane azienda ha appena completato un complesso di uffici per la società immobiliare Nexity e si appresta a consegnare un villaggio per una cinquantina di studenti nell’area di Parigi.

Sostenere l’imprenditoria femminile

Dal 2011, il concorso Créatrices d’avenir premia ogni anno sei imprenditrici scelte tra centinaia di candidate. Lo scopo, spiega Nadège Hammoudi, incaricata del concorso presso Initiative Ile-de-France, una rete associativa di aziende di finanziamento, è “valorizzare l’imprenditoria femminile e l’economia sociale e solidale”. Il progetto è finanziato grazie al sostegno dei Fondi di solidarietà europei (Fsue).

“Questo concorso non è soltanto un’opportunità per vincere dei fondi. Prevede un accompagnamento accurato delle imprenditrici, un training personalizzato e aiuti per lo sviluppo dell’azienda” aggiunge. I profili delle candidate sono molteplici, ma perlopiù vi partecipano giovani donne provenienti dai quartieri più poveri dell’area parigina.

In particolare, questo è il caso di Myriam Fekih e Araxi Mardirian, due amiche originarie di Aulnay-sous-Bois (Seine-Saint-Denis). Già candidate al concorso nel 2019, hanno vinto il premio nel 2021 nella categoria “trofeo del pubblico”. Le due giovani hanno 28 anni e si sono conosciute all’università. Dopo molti anni di lavoro a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, hanno deciso di lanciare in Francia N’Joy App, un’app per acquistare prodotti e servizi a prezzo inferiore presso i partner di tutta l’Ile-de-France.

Araxi Mardarian e Myriam Fekhi sono le fondatrici della startup N’Joy App. Nel 2021 hanno vinto il premio del pubblico
Araxi Mardarian e Myriam Fekhi sono le fondatrici della startup N’Joy App. Nel 2021 hanno vinto il premio del pubblico. | Joséphine Boone

“È un vero onore per noi aver vinto questo concorso: ci ha aiutato a considerarci una vera azienda”, afferma Myriam Fekih. Le due giovani donne, sorridenti e messa in piega perfetta, sono fiere del risultato e adesso mirano in alto. “Abbiamo già 2000 iscritti!”, hanno esclamato due settimane dopo il lancio della nuova versione di N’Joy App. Il premio di 4500 euro è servito per finanziare la startup e soprattutto farsi pubblicità.

Rafforzare il posto delle donne nell’imprenditoria

L’azienda conta ormai quattro dipendenti che si alternano. È una squadra tutta al femminile, pronta a mettersi in gioco. “Essere imprenditrici è anche un modo per lottare per i diritti delle donne” sottolinea Araxi Mardirian. “In fin dei conti non si ha davvero l’impressione di essere svantaggiate in questo mondo delle startup: ogni tanto ci apre addirittura le porte.”

Il concorso Créatrices d’avenir ambisce a instaurare la parità nel lancio delle aziende. In Francia, in media un terzo delle nuove aziende è creato da donne. “Ma nel 2021 siamo arrivati al 40 per cento, davvero una bella notizia” sottolinea Nadège Hammoudi, di Initiative Ile-de-France.

Secondo lei, sono ancora molti i fattori che dissuadono le donne dal lanciarsi in proprio. “Alcune donne tendono a farsi molte domande sul tempo che hanno a disposizione, soprattutto quando hanno figli”, ricorda. “C’è anche un meccanismo di autocensura, con progetti spesso modesti e meno rischiosi di quelli che possono proporre gli imprenditori maschi.” Il rischio è quello di non riuscire a ripagare i propri investimenti o a fare colpo su un numero sufficiente di investitori. Da qui nasce l’interesse per un concorso che conferisce “credibilità e accompagnamento”: lo dice Nadège Hammoudi che riconosce in ogni caso che tutti i progetti finanziati non sono duraturi, e che la maggior parte delle imprese premiate è ancora ai blocchi di partenza.

Superare la distinzione tra uomini e donne

Dietro la sua parete attrezzata, Graziella Laurenty, 34 anni, racconta di non riuscire ancora a versarsi uno stipendio. Ha aperto il Magasin général du vélo ad Aubervilliers (Seine-Saint-Denis) nell’ottobre 2021 e gli affari vanno bene. “La gente viene e ritorna perché si fida di noi. Se si cerca una buona bicicletta, si ha bisogno di buoni consigli” sostiene.

Graziella Laurenty ha trascorso tutta la sua vita a perorare la causa della bicicletta. Da adolescente ha firmato una petizione per far installare una pista ciclabile per andare a scuola in bici. Poi la sua passione per le due ruote si è affinata e ha avviato il suo negozio dopo aver visitato non meno di 800 punti vendita in tutta la Francia. “Voglio che il mio negozio duri cento anni, dopo di me e dopo tutti noi” dice sognando.

La vetrina del Magasin général du vélo à Aubervilliers. È un negozio che secondo la sua proprietaria, Graziella Laurenty, durerà cento anni
La vetrina del Magasin général du vélo à Aubervilliers. È un negozio che secondo la sua proprietaria, Graziella Laurenty, durerà cento anni. | Joséphine Boone

Insignita nella categoria “coraggio” del concorso Créatrices d’avenir nel 2021, Graziella Laurenty ha ricevuto 4500 euro di finanziamenti per creare il suo Magasin général du vélo. Risultato: le sono stati accordati dei prestiti e adesso dà lavoro a un dipendente, Gaspard. “Questo concorso mi ha permesso di recuperare la concentrazione: ho ampliato i miei orizzonti, ho incontrato altre imprenditrici. Spesso si tratta di persone che dubitano di loro stesse e di quello che fanno, anche se hanno progetti meravigliosi” osserva.

La porta d’ingresso del suo negozio suona. È un addetto alle consegne che chiede aiuto per riparare la sua bicicletta. “Lasciamela, te la riparo entro un’ora” risponde la proprietaria che spesso risolve i problemi dei rider privi di mezzi. “L’idea è anche quella di insegnare come effettuare piccole riparazioni così che in futuro non debbano ricorrere al nostro aiuto. In questo modo che ho creato il lavoro dei miei sogni”, dice Graziella Laurenty.

European unionQuesto articolo è realizzato nell’ambito del concorso Union Is Strength, organizzato da sé Slate.fr con il sostegno finanziario dell’Unione europea. L’articolo riflette il punto di vista dei suoi autori e la Commissione Europea non può essere ritenuta responsabile del suo contenuto o del suo uso.