Nella Grande Région, “vigili del fuoco senza frontiere” vanno al di là le barriere nazionali
Il progetto Inter’Red finanziato dall’Unione europea incoraggia la collaborazione tra i servizi d’emergenza dei dipartimenti di francesi della Mosella e Meurthe e Mosella, Lussemburgo, Germania e Belgio.
Lussemburgo (Lussemburgo), Sarreguemines-Bitche (Francia)
L’11 ottobre 2006, quando è intervenuto in un’operazione urgente, Emmanuel Cycon sapeva che doveva aspettarsi il peggio: un TER (treno espresso regionale) si era scontrato frontalmente con un treno merci a Zoufftgen, ad appena 36 metri dalla frontiera tra Lussemburgo e Francia. I rottami, sparsi sui binari, arrivavano fino al territorio lussemburghese e una trentina di persone vi era intrappolata. L’entità dei soccorsi inviati sul posto ha sorpreso il giovane vigile del fuoco: sull’autostrada i camion dei pompieri avevano formato un ingorgo; in cielo si era alzato un elicottero francese seguito da altri due lussemburghesi, “come in un film”.
Centocinquanta vigili del fuoco, un centinaio di agenti, cinquanta mezzi di soccorso e sette squadre di estricazione: i soccorritori di entrambi i Paesi si erano mobilitati in massa e la gestione dell’intervento procedeva con qualche difficoltà. “O ci si intralciava a vicenda, oppure ciascuno agiva per conto proprio. Era difficile capire come lavorare insieme” ricorda il pompiere, oggi luogotenente di prima classe a Metz.
Lavorare in gruppo
“All’inizio, abbiamo avuto un po’ l’impressione che i francesi si fossero messi a capo dell’intervento e che non gradissero affatto la nostra presenza” ricorda Steve Mack, mobilitato anche lui all’epoca come vigile del fuoco volontario sul versante lussemburghese. Sedici anni dopo, diventato direttore dell’Istituto nazionale di formazione dei soccorritori (Institut national de formation des secours), racconta la collaborazione che si è venuta a creare subito tra vicini: i colleghi francesi hanno installato una grande cucina da campo, i soccorritori hanno dormito sul posto rifiutando di andarsene prima che tutte le vittime fossero estratte.
Il bilancio dell’incidente è stato pesante: 6 morti e 23 feriti. Restava da far tesoro di molte importanti lezioni. “Non era più possibile che noi vigili del fuoco non riuscissimo a capirci e che il nostro intervento ne risultasse rallentato” spiega Franck Laffont, oggi vicecapo a Metz, presente anche lui sul luogo dell’incidente.
Oggi tutti sono concordi nel dire che i servizi di soccorso dei due Paesi reagirebbero molto meglio a un incidente come quello di Zoufftgen. I rapporti transfrontalieri sono migliorati, soprattutto grazie a un “attore nell’ombra”, il progetto Inter’Red, avviato nel 2018, che riunisce Lussemburgo, Belgio, Francia e Germania allo scopo di migliorare i servizi di pronto intervento nella cosiddetta Grande Région. Inter’Red è finanziato per un importo pari a 3,8 milioni di euro (quasi il 60 per cento del totale) dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Il suo obiettivo è unire i mezzi e la competenza dei soccorritori dei diversi Paesi per ottimizzare gli interventi congiunti.
Passeggiando nei locali nuovi fiammanti del Centro nazionale incendi e soccorsi (Centre national d’incendie et de secours), nel sud del Lussemburgo, Steve Mack mostra con orgoglio le attrezzature di ultimo grido. Sotto un capannone, un falso edificio di sei piani accoglie i pompieri per le esercitazioni antincendio. Un vagone ferroviario dentro una galleria permette di addestrarsi per affrontare gli incidenti ferroviari. In uno dei molti garage presenti troneggia uno degli ultimi acquisti finanziati con i fondi di Inter’Red: una scuola-ambulanza, una grande camion con i colori dell’Europa, la cui parte posteriore ospita l’abitacolo di un’ambulanza e varie telecamere per valutare le prestazioni degli allievi.
“È a disposizione di tutti i partner, proprio come il simulatore di guida che abbiamo appena comprato” spiega Steve Mack. Nei paesi vicini, i pompieri non vedono l’ora di esercitarsi con questi nuovi macchinari e di mettere a disposizione i loro: i belgi hanno acquistato due droni, un veicolo per le esercitazioni e un posto di comando mobile che dovrebbe diventare operativo nell’ottobre 2022. I tedeschi, invece, stanno mettendo a punto una piattaforma per rispondere alle richieste urgenti comuni e per risolvere i problemi linguistici facilitando l’assistenza transfrontaliera.
“La sofferenza umana non si ferma alla frontiera”
“I problemi e la sofferenza umana non si fermano alla frontiera”, spiega il capitano Olivier Lourson, comandante della compagnia di Sarreguemines-Bitche, nella Mosella, al confine tra la Francia e la Germania. A 47 anni, ricorda con ironia gli inizi della sua carriera, dicendo di esserci “cascato dentro, un po’ come Obelix, fin da piccolo”.
In 31 anni di carriera ha una certa esperienza dei rischi transfrontalieri e degli ostacoli concreti che rallentano i soccorsi. Un esempio è quello degli idranti antincendio tedeschi incompatibili con le autopompe francesi. Poi ironizza: “Nel comune di Freyming-Merlebach, c’è una strada il cui lato destro è in Francia e il sinistro è in Germania. Se scoppia un incendio sul lato sinistro che si fa, non si interviene?”. Altre difficoltà che complicano il lavoro quotidiano dei vigili del fuoco, e alle quali Inter’Red intende trovare una soluzione, sono i diversi codici della strada, le differenti strutture gerarchiche e le reti della telefonia mobile che “passano” le frontiere.
Per porre rimedio una volta per tutte al problema della compatibilità degli idranti, i pompieri francesi hanno potuto comprare degli adattatori per i raccordi, collaudati di recente in un incendio boschivo in Germania, dove i mezzi 4x4 francesi hanno potuto essere riforniti di acqua dagli omologhi tedeschi. Più ancora del materiale, tuttavia, i membri del progetto apprezzano soprattutto gli scambi tra vicini.
Nel settembre 2021, Emmanuel Cycon e Franck Laffont sono partiti alla volta di Coblenza, in Germania, per seguire un corso di formazione sulla ventilazione operativa, una tecnica di evacuazione dei fumi in caso d’incendio. Nelle due ore di viaggio, le loro preoccupazioni si sono acuite: “Siamo due Paesi diversi, ciascuno con la sua storia e sappiamo di avere una disciplina diversa. Ci aspettavamo che le cose fossero molto chiare” ricorda Franck Laffont.
Anche sul versante lussemburghese gli invitati si ponevano domande. “Invece, è bastata mezz’ora per scoprirci tutti pompieri. Facciamo tutti lo stesso lavoro e abbiamo tutti una storia da raccontare” sorride Steve Mack. Gli scambi alla fine sono diventati così intensi che Emmanuel Cycon già non vede l’ora di prendere parte ai prossimi incontri di formazione in comune: “Al centro del nostro mestiere c’è lo spirito di adattamento e il saper trovare sempre delle soluzioni. Tutto ciò è possibile soltanto con gli scambi e andando a fare esperienze altrove: questo ci ha permesso di aprirci e di ascoltare meglio”.
Contatti diretti per accelerare gli interventi
Dall’inizio di Inter’Red nel 2018, le occasioni per mettere in pratica questi rapporti rafforzati non sono mancate: “Interveniamo in Germania circa tre volte a settimana; c’è stata una tromba d’aria e alcuni colleghi francesi sono intervenuti con unità di sgombero e bonifica; ci sono state le inondazioni in Belgio, l’estate scorsa” enumera Steve Mack.
Se Inter’Red non è direttamente coinvolta, Emmanuel Cycon è convinto che i contatti stretti in occasione delle riunioni abbiano un ruolo fondamentale: “Adesso i collegamenti tra noi sono più diretti: il capo conosce i mezzi di cui ha bisogno, sa di che cosa dispongono gli altri e sa chi chiamare: ha bisogno soltanto del sì ufficiale”.
Durante la pandemia da Covid-19, mentre in Europa riemergevano le frontiere, i servizi di soccorso della Grande Région hanno continuato la loro reciproca assistenza, in particolare trasportando pazienti francesi in Germania e in Lussemburgo. Il ritmo degli incontri di Inter’Red ha dovuto rallentare e la conclusione del progetto è stata rinviata di un anno, a fine 2022, ma il bilancio resta positivo per tutti.
“Molto è stato fatto, ma ci sono ancora così tanti ambiti possibili che questo progetto potrebbe continuare altri dieci anni” sintetizza il capitano Lourson, secondo il quale il progetto “ha facilitato la nostra quotidianità, ma ci ha anche permesso di sognare”. Durante tutta la crisi, i vigili del fuoco hanno continuato a chiedere notizie gli uni degli altri, al di là delle frontiere: “Inter’Red ha creato anche delle amicizie”.